Labnà, il cui nome significa "Casa vecchia" fa parte di un complesso di siti archeologici minori rispetto ai più famosi Chichen Itza, Uxmal, Cobà o Tulum. Insieme a Kabah, Sayil e Xlapak, possono essere una piacevole scoperta: sono poco frequentati dai turisti e completamente immersi nel verde, così si può passare un pò di tempo immersi nella storia Maya in maniera rilassante, lontano dal frastuono del turismo di massa. Unica raccomandazione è quella di vederli per primi: non possono essere paragonati alla maestosità di Uxmal o Chichen Itza e visti dopo di questi perderebbero molto del loro fascino, rischiando di deludere le aspettative. Partendo da Merida, da cui dista circa 78 km, ci vuole circa un'ora e mezzo di macchina per arrivare sul posto, in quanto si è costretti a lasciare la larga strada provinciale e prendere una stretta strada secondaria in mezzo alla vegetazione. L'altro sito degno di nota nei dintorni è Kabah a circa 10 km da Labnà. L'entrata costa 3 dollari (2005). Strada provinciale, di solito sono abbastanza larghe, con lunghi rettilinei e ben tenute La città ha avuto i suoi anni di prosperità fra il 600 e il 900 d.C. per poi cadere in declino attorno l'anno 1000 d.C. Si hanno notizie scarse e frammentarie di questo sito e in particolare quasi nessuna data precisa. Sorge su un pianoro in mezzo alla vegetazione che si alterna a zone aride e fra gli alberi si possono scorgere i bellissimi uccelli momotidi dalla lunga coda e i caratteristici nidi appesi ai rami del Montezuma Oropendola (Psarocolius montezuma). Il complesso principale El Palacio, una delle più lunghe strutture in stile Puuc con i suoi 120 mt di lunghezza Raffigurazione del di Chaac, dio della pioggia Il sito anche se di piccole dimensioni, risulta ben conservato ed è possibile ammirare diverse testimonianze Maya: un “chultunes”, un deposito di acqua piovana; il "Sacbé" è una strada rialzata di stucco bianco che collegava le varie città Maya. Oltre ad essere importanti vie di comunicazione e di commercio, si ritiene che avessero anche una grande importanza religiosa. L'edificio chiamato "El Arco" rappresentava il punto d'ingresso o di uscita della città: è uno splendido falso arco e faceva parte di un grande edificio ormai andato perduto. L’acqua piovana, grazie all’efficiente sistema di drenaggio, veniva incanalata in depositi artificiali detti chultunes, ed usata per irrigare le coltivazioni
In primo piano il Sacbé che porta all'ingresso della città In giro per il sito, come del resto in tutto il Messico, è facile incontrare vari rappresentanti della fauna messicana: a farla da padrone sono sicuramente le numerose iguane che passeggiano tranquillamente o si scaldano sotto i raggi del sole. Poi la vegetazione offre riparo a moltissimi tipi di uccelli ed è per questo motivo che il Messico è anche una delle zone preferita dai birdwatchers Iguana nera a passeggio per le rovine L'edificio chiamato El Arco
Alcuni simboli di fertilità e fortuna
Tacchini in giro per le rovine El Mirador, l’osservatorio posto in cima ad una piramide quasi distrutta |
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