Nella punta meridionale della Florida c'è una vasta regione subtropicale paludosa: di questo fragile ecosistema sono una piccola parte è stato dichiarato nel 1947 patrimonio dell'umanità dall'Unesco, l'Everglades National Park, il terzo parco più grande d'America.
Le Everglades si estendono da nord partendo dal lago Okeechobee fino al punto più a sud delle coste della Florida: ogni anno, durante la stagione umida, il fiume Kissimmee scarica le sue acque nel lago Okeechobee, che a sua volta le rilascia con una lenta e poco profonda inondazione.
Gruppi di cipressi crescono in mezzo all'acqua, formata all'interno di depressioni nel terreno |
Canon 7D, Samyang 8mm, ISO 100, f/ 16, 1/200 sec |
Chilometri di sentieri escursionistici e piste ciclabili, si snodano attraverso un vasto mare di erba tagliente saw-grass (Cladium jamaicense) sotto cui scorre letteralmente un basso fiume d'acqua, inframezzato solo da piccole isole. All'interno delle Everglades, di solito considerate una semplice palude, cinque diversi e fragili habitat coesistono fra loro, offrendo riparo ad una gran varietà di fauna selvatica.
La ricchezza delle Everglades è costituita dalla presenza di differenti habitat che riescono a coesistere fra loro |
Nonostante la metà del territorio delle Everglades sia andato perso a causa dell'agricoltura, nel parco sono presenti più di 350 specie di uccelli, dei quali 200 migratori stimati. E' ancora possibile osservare e fotografare all'interno del parco diverse specie in via d'estinzione.
Una tipica veduta dell'ambiente delle Everglades |
Canon 7D, Samyang 8mm, ISO 100, f/ 18, 1/200 sec |
Se all'interno dell'area protetta le cose vanno bene, altrettanto non si può dire per la maggior parte delle zone umide della Florida: la conseguenza dell'alterazione dei corsi d'acqua, della caccia e della bonifica di zone desolate, è il declino progressivo della fauna.
Nella stagione estiva in queste pozze si raduna un gran numero di animali |
Canon 7D, Samyang 8mm, ISO 100, f/ 16, 1/125 sec |
Queste terre anticamente appartenevano agli Indiani Seminole. L'acquisizione della Florida da parte degli Stati Uniti, ha generato lunghe e sanguinose guerre contro gli indiani. Quella dei Seminole, è l'unica tribù a non essersi mai arresa all'esercito americano.
Gli Stati Uniti d'America hanno comunque riconosciuto la sovranità degli indiani all'interno di alcune riserve: molti sono proprietari di ristoranti e "alligator farm" e offrono spettacoli ed escursioni a bordo degli airboat.
L'airboat non è altro che un veicolo a fondo piatto spinto da una potente elica, di derivazione aereonautica, che viaggia ad alta velocità quasi a pelo dell'acqua nei canali fra le mangrovie e nelle paludi.
Miccosukee, forse il più conosciuto ristorante indiano ai margini per parco delle Everglades |
Sconsiglio vivamente di prendere parte a una di queste escursioni: la velocità è tale da non poter godere appieno dello splendido panorama e il rumore assordante dell'elica (vengono addirittura fornite cuffie isolanti) è tale da precludere qualsiasi avvistamento della fauna selvatica, che scappa spaventata al passare degli airboat. Molto meglio un giro in canoa o una bella pedalata in bicicletta: la fatica sarà infatti ripagata da interessanti avvistamenti.
I principali punti di accesso al parco sono tre: il centro visite Ernest Coe, la Shark Valley e il centro visitatori a Everglades City. L'unica strada all'interno dell'area protetta è la Main Park Road 9336 che collega Florida City a Flamingo.
Scegliendo Florida City come base di partenza e superato il pittoresco "Robert is here", si raggiunge l'Ernest Coe Visitor Center, l'ingresso principale del parco delle Everglades in 30 minuti di auto.
Il moderno centro visite Ernest Coe è stato costruito dopo che l'uragano Andrews ha distrutto nel 1992 quello precedente.
Si è così pensato di realizzarne uno più moderno: nel luminoso atrio è possibile interagire con i vari monitor e osservare il grande diorama al centro della sala, che spiega l'ecosistema delle Everglades. Prima di lasciare il centro visite, è meglio consultare la bacheca sempre aggiornata degli avvistamenti più importanti.
Poco più avanti c'è la vera e propria entrata al parco che costa 10$ per macchina e vale per sette giorni. All'interno dell'area protetta non ci sono pompe di benzina, se non nella stazione di Flamingo.
Dopo circa 6 km si arriva infine al Royal Palm Visitor Centre, che assieme al Flamingo, è uno dei più popolari della Florida. E' dotato di un negozio di souvenir, servizi igienici e distributori automatici di bevande e snack.
Arrivati al centro visite è meglio parcheggiare il più vicino possibile all'entrata e dotarsi di uno dei teli cerati che il parco mette gratuitamente a disposizione, per coprire la macchina. Gli Urubù dalla testa nera (Coragyps atratus), o Vultures come vengono chiamati dagli americani, hanno il brutto vizio di rovinare le automobili rompendo antenne, tergicristalli, capote delle macchine cabrio e guarnizioni di gomma.
Gli Urubù in realtà sono degli avvoltoi facilmente avvistabili in tutta la Florida. Si nutrono principalmente di carogne, che localizzano durante il loro tipico volo planato, grazie alla vista eccellente e all'olfatto sviluppatissimo. |
Canon 7D, Canon 300mm, ISO 100, f/ 5.6, 1/100 sec |
Dal Royal Palm Visitor Center partono due sentieri: il più famoso Anhinga trail e il meno interessante Gumbo Limbo trail. Consiglio di visitare il parco durante la stagione secca, che va da dicembre ad aprile: il clima è caldo ma gradevole, piove meno, non ci sono insetti troppo fastidiosi e gli animali sono più concentrati negli specchi d'acqua rimasti dalla precedente stagione umida.
L'Anhinga trail, gli animali sono così confidenti da poter essere fotografato col fish eye |
Canon 7D, Samyang 8mm, ISO 100, f/ 16, 320 sec |
C'è purtroppo il rovescio della medaglia: nei parchi ci sono più turisti e workshop fotografici organizzati dai fotografi americani. Essendo la zona molto frequentata in questo periodo, i servizi offerti dal parco sono però migliori, come ad esempio visite guidate e ranger più disponibili a dare informazione ed accompagnare i turisti lungo i trails.
Alligatore americano | American alligator | (Alligator mississippiensis) |
Canon 7D, Canon 300mm, ISO 100, f/ 6.3, 1/60 sec |
Il Royal Palm Visitor Centre sorge su un lembo di terra chiamato Paradise Key e da qui parte il bellissimo Anhinga trail, uno dei migliori spot per la fotografia naturalistica. E' un breve e facile percorso ad anello di un chilometro, adatto a tutti, che si snoda attraverso la palude prima grazie ad una strada pedonale, poi con passerelle di legno da cui si possono osservare gli animali. In poche centinaia di metri, la maggior parte della fauna delle Everglades è incredibilmente a portata dei turisti e delle loro macchine fotografiche.
L'ibis bianco americano | White ibis | (Eudocimus albus) è specializzato nella caccia di piccoli crostacei e molluschi in acque basse |
Canon 7D, Canon 300mm, ISO 100, f/ 5.6, 1/1000 sec |
Il panorama è sbalorditivo, sembra di essere sospesi sopra le paludi ed entrare a far parte di un documentario sulla biodiversità delle Everglades, con gli animali che eseguono i loro rituali giornalieri a pochi metri di distanza, senza far caso ai visitatori. Un'occasione unica per portare a casa delle belle foto di fauna selvatica, altrimenti difficili da realizzare.
Una delle tante lagune che si trovano alle Everglades |
Canon 7D, Samyang fish-eye 8mm, ISO 100, f/ 18, 1/125 sec |
Con un pò di fortuna è possibile vedere la cicogna americana | Wood Stork | (Mycteria americana), una specie in via d'estinzione, cacciare crostacei lungo le sponde del sentiero. E' caratterizzata dalla livrea bianca e dalla testa completamente priva di piume, caratteristica che la rende unica: ho potuto costatare che è poco tenuta in considerazione dai fotografi americani, giudicandola fotograficamente poco attraente.
La variegata fauna delle Everglades: cicogna americana, airone azzurro minore, una coppia di urubù e airone azzurro maggiore |
Lungo le passerelle sospese sull'acqua gli animali sono tranquilli mentre i turisti li osservano |
Canon 7D, Samyang 8mm, ISO 100, f/ 18, 1/200 sec |
Anhinga | il simbolo delle Everglades
L'Anhinga (Anhinga anhinga) è l'uccello acquatico simbolo delle Everglades, tanto da attribuire il nome al sentiero principale che parte dal Royal Palm Visitor Center. La dieta a base di pesce, gli impone frequenti immersioni in acqua. Non avendo però ghiandole sebacee per impermeabilizzare le piume, è costretto a passare lunghi periodi al sole nella sua tipica posa ad ali spiegate per asciugarsi. Usa il becco appuntito sott'acqua come una lancia per infilzare le sue prede. Grazie al suo lungo collo sinuoso, è soprannominato "uccello serpente". I maschi si differiscono dalle femmine per i colori più scuri e tendenti al nero. L'anhinga è presente sia in stagni d'acqua dolce che salmastri e nidifica sugli alberi, nei rami bassi solitamente vicini all'acqua. Un viaggio alle Everglades in inverno, magari fine febbraio, consente di osservare i piccoli di Anhinga ancora nei nidi. Ovviamente nidificando a pochi metri dalle passerelle ed essendo gli animali abituati alla presenza dell'uomo, fotografare i nidi lungo l'Anhinga trail non genera nessun tipo di pericolo per le nidiate. L'anhinga può essere scambiato con il cormorano avendo alcune similitudini: anche lui pesca sott'acqua e ha bisogno di asciugare le piume al sole. Esaminandoli più attentamente, differiscono però in diversi particolari: collo più tozzo, coda e collo più corti.
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Un anhinga ha costruito il suo nido poco distante dalla passerella, fra i rami sbuca la testa del piccolo |
Canon 7D, Canon 300mm, ISO 640, f/ 7.1, 1/250 sec |
Proseguendo lungo le passerelle, si arriva ad una grande pozza dove gli alligatori sembrano convivere tranquillamente con gli uccelli acquatici, che comunque si tengono a debita distanza e sono molto guardinghi all'avvicinarsi dei minacciosi rettili.
Una pozza piena di alligatori: i due urubù si tengono a debita distanza dai grossi predatori |
Canon 7D, Samyang 8mm, ISO 100, f/ 16, 1/40 sec |
Uno splendido esemplare di alligatore americano durante il basking: essendo rettili a sangue freddo, devono termoregolarsi in continuazione |
Canon 7D, Canon 300mm, ISO 640, f/ 6.3, 1/1600 sec |
Aironi, garzette, cormorani, spatole e garzette sono i frequentatori più assidui dell'Anhinga trail. L'airone verde | Green heron | (Butorides virescens), caratterizzato da tenui colri che mettono ancor più in risalto le zampe arancioni, è solito cacciare piccoli pesci accovacciato e immobile sui rami rasenti l'acqua, per poi catturarli con uno scatto fulmineo.
La pazienza e l'immobilità dell'airone verde | Green heron | (Butorides virescens) ha dato i suoi frutti. E' uno dei soggetti preferiti dai fotografi americani |
Canon 7D, Canon 300mm, ISO 640, f/ 6.3, 1/4000 sec |
Ritratto di cormorano crestato doppio| Double-crested Cormorant (Phalacrocorax auritus): il soggetto è isolato efficacemente grazie alla focale 300mm del teleobiettivo e l'attenzione è posta sul suo incredibile occhio, dai colori simili a un gioiello |
Canon 7D, Canon 300mm, ISO 100, f/ 5.6, 1/100 sec |
Panoramica sulla vegetazione acquatica delle Everglades |
Canon 7D, Samyang 8mm, ISO 100, f/ 16, 1/100 sec |
Giovane podilimbo | Pied-billed grebe (Podilymbus podiceps) |
Canon 7D, Canon 300mm, moltiplicatore 1.4x, ISO 400, f/ 7.1, 1/500 sec |
Everglades | Attrezzatura fotografica e non - cosa portare
Per affrontare l'Anhinga trail non servono scaponcini da trekking, bastano un paio di comode scarpe da ginnastica. Non è necessario nessun tipo di abbigliamento tecnico per percorrere il breve e semplice trail. E' bene portare acqua a sufficienza, repellente per insetti e un berretto per coprire la testa, se ci si intende fermare nelle ore centrali della giornata. |