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La capra e il sale
La capra e il sale
Trachemys scripta: ecosistema in pericolo
Trachemys scripta: ecosistema in pericolo
Afidi, formiche e coccinelle
Afidi, formiche e coccinelle
Il mimetismo
Il mimetismo
 

 


La capra e il sale

 

Stambecco mentre lecca il sale

Stambecco mentre lecca il sale

Alle volte si possono osservare le capre intente a leccare i muri; perchè lo fanno? Per procurarsi il sale che fa parte della loro alimentazione. Da questo traggono il potassio che aiuta lo scambio dei liquidi e altri sali minerali che contribuiscono alla corretta crescita delle corna; in generale tutti gli ungulati (stambecchi, camosci, ecc.) hanno bisogno di sali minerali da integrare alla loro dieta.

Capre intente a leccare il sale sul muro

Capre intente a leccare il sale sul muro

Un buon metodo per osservarli è quello di approntare apposta per loro una "saliera": un tronco cavo piantato in terra e riempito di sale. Con un pò do fortuna ed una buona dose di pazienza, sarà possibile vedere gli animali fare spola al tronco per leccare il sale che esce dai tagli, come ad esempio questi stambecchi fotografati in Svizzera.

Stambecchi alla saliera]

Stambecchi alla saliera

 


Trachemys scripta: ecosistema in pericolo

Trachemys scripta elegans (tartaruga dalle orecchie rosse)

Trachemys scripta elegans

Comperare o meno animali esotici, è una fatto da valutare molto attentamente: in genere hanno colori sgargianti e forme insolite, alle volte possono ispirare simpatia e sembrare anche buffi e per questo vengono investiti dalle simpatie dei bambini che vogliono assolutamente averne uno; ma proprio per il fatto che provengono da paesi completamente diversi dal nostro, prima dell'acquisto bisogna informarsi bene sulle loro esigenze.

Ormai con internet è facile reperire notizie su chi stiamo per accogliere in casa: le sue esigenze alimentari, temperatura e umidità ideale e le dimensioni a cui può arrivare l'animale da adulto: in questo modo possiamo farci un'idea approssimativa su quanto tempo dobbiamo "spendere" per accudire l'animale e se è fattibile tenerlo in casa senza farlo soffrire.

Tornando a queste simpatiche tartarughe, il loro problema è che vengono acquistate da piccole quando sono poco più grandi di una moneta, per poi venire scaricate nei laghetti e nei fiumi una volta raggiunta una grandezza consistente; possono arrivare fino a circa 30 cm! Ma chi compie questo gesto sconsiderato, forse non sa neanche che così facendo rischia di mettere seriamente in pericolo il nostro ecosistema: la Trachemys infatti sta man mano colonizzando laghetti e paludi, mentre la nostra tartaruga palustre Emys orbicularis che, oltre a lottare contro il crescente inquinamento dell'acqua e dalla progressiva ma costante riduzione del suo Habitat, diventa sempre più difficile da incontrare.

Emys orbicularis

Emys orbicularis

La Trachemys è di origine americana e si è perfettamente adattata alle nostre temperature; non è difficile vederla crogiolarsi al sole immobile su di un sasso o su un tronco durante le ore meno calde della giornata. Come tutti i rettili ha il sangue freddo perciò ha bisogno di termoregolarsi con il calore del sole: quando il caldo è troppo passa in acqua per raffreddarsi. Si dice che con il passare degli anni la Trachemys diventi prettamente vegetariana, ma si è adattata anche in questo: sempre più spesso ricopre il ruolo di spazzino nei laghetti arrivando a mangiare anche le carcasse di pesci. Inoltre anche se può essere di indole aggressiva, riesce a sopportare bene la presenza di vicini come folaghe e papere.

Trachemys scripta elegans (tartaruga dalle orecchie rosse) intenta a cibarsi della carcassa di un pesce

Trachemys scripta elegans intenta a cibarsi della carcassa di un pesce

Trachemys scripta elegans (tartaruga dalle orecchie rosse) vicino ad un nido di folaga

Trachemys scripta elegans vicino ad un nido di folaga

Oggi la vendita delle Trachemys scripta elegans (ossia la tartaruga dalle orecchie rosse) è vietata, ma i negozianti di animali hanno spostato l'attenzione su altre specie esotiche che rischiano la stessa sorte delle Trachemys e che potrebbero anche ibridarsi fra loro, contribuendo ancora di più a minacciare il nostro ecosistema.


Afidi, la simbiosi con le formiche e il "pesticida" naturale la coccinella

Ormai ci siamo: la primavera è alle porte e il gran caldo dei primi giorni di marzo sembra non lasciare dubbi. Per chi come me è appassionato di insetti, non vede l'ora che la vita si risvegli fra i fili d'erba ma c'è anche chi ogni anno si ritrova a combattere contro dei minuscoli nemici: lo sanno bene gli agricoltori e chi è pratico di giardinaggio. Inesorabili, gli afidi sono in grado di arrecare ingenti danni alle coltivazioni!

 

Afidi Macrosiphun rosae su germoglio di rosa rampicante

Afidi Macrosiphun rosae su germoglio di rosa rampicante

Sono di piccole dimensione, nell'ordine di millimetri, ne esistono di diverse specie fra cui anche esemplari alati. Il loro apparato boccale è dotato di un organo che serve allo stesso tempo per perforare germogli, foglie e rami e succhiare la linfa di cui si nutrono. Anche se sembrano solo dannosi, in realtà gli afidi mentre succhiano la linfa producono la "melata", un liquido zuccherino che diventa a sua volta nutrimento per diversi insetti, fra cui le formiche.

Come accade molto spesso in natura, due specie diverse possono trarre benefici l'una dall'altra, creando una simbiosi: le formiche "allevano" gli afidi per poter usufruire della melata che producono e nel frattempo gli afidi godono della protezione delle formiche da eventuali predatori.

Formiche rufa mentre allevano Aphis fabae

Formiche rufa mentre allevano Aphis fabae

Formiche rufa mentre allevano Aphis fabae

Formiche rufa mentre allevano Aphis fabae

Generalmente la piaga degli afidi si combatte a colpi di pesticida, ma l'agricoltura biologica ha adottato un altro metodo: le simpatiche coccinelle si sono rivelate delle tremende e agguerrite sterminatrici di afidi!

Coccinella Calvia 14-guttata

Coccinella Calvia 14-guttata

Coccinella septempunctata

Coccinella septempunctata

Questi strani esserini lunghi pochi millimetri non sono altro che le larve delle coccinelle e per poter crescere e trasformarsi in adulti, devono divorare una gran quantità di afidi.

Larva di coccinella Harmonia quadripunctata

Larva di coccinella Harmonia quadripunctata

Larva di coccinella Harmonia quadripunctata

Larva di coccinella Harmonia quadripunctata

Larva di coccinella Harmonia quadripunctata mentre si ciba di un afide

Larva di coccinella Harmonia quadripunctata mentre si ciba di un afide

Alla fine, dopo che la larva ha compiuto quattro mute e ha passato la fase di pupa, ecco un adulto di coccinella accanto ai resti di un afide ...

Coccinella Harmonia quadripunctata

Coccinella Harmonia quadripunctata

 


Il Mimetismo

Nel mondo animale la predazione è un atto abituale e molto frequente: per questo motivo numerose specie hanno messo a punto un particolare sistema di difesa basato sul mimetismo.

Mimetismo criptico

Il predatore è in grado di distinguere la preda grazie alla percezione del suo movimento: se questa si confonde e si annulla completamente fra i colori e le forme del substrato o dei rami, allora ha molte probabilità in più di sopravvivere. Molte specie d'insetti si sono evolute in modo tale da somigliare a ramoscelli, spine e foglie, riducendo al minimo i movimenti per diventare tutt'uno con l'ambiente (si pensi a molti tipi di bruchi o gli insetti stecco e insetti foglia, solo per citarne alcuni). Ma imitare colori e forme dell'ambiente circostante è un'arma a doppio taglio: in molti casi anche i predatori adottano questa tattica, come per esempio le mantidi fiore o i ragni della famiglia Thomiside.

Thomisus onustus

Thomisus onustus in agguato dentro una pianta di Euphorbia, imita i colori ed attende le prede immobile

Mimetismo mulleriano

Quando l'arma di difesa è rappresentata dalla tossicità del soggetto, questa viene messa ben in evidenza con livree dai colori vivaci e sgargianti: l'organismo è in grado di liberare sostanze velenose per i predatori, che associano il pericolo ai colori forti, evitando di mangiare così la preda. Anche gli anfibi come rane e salamandre adottano questa tattica.

Jordanita globulariae

I colori accesi di questa Jordanita globulariae non lascia dubbi circa la sua tossicità

Mimetismo batesiano

In questo caso il mimetismo di alcuni tipi d'insetti, fra cui i sirfidi maestri del travestimento, porta ad imitare specie velenose e repellenti o con efficaci armi di difesa, come il pungiglione di vespe, api o calabroni, imitandone colori, livree e perfino il comportamento.

Clytus arietus

La livrea di questo esemplare di cerambice Clytus arietus imita quella di una vespa

L'evoluzione inoltre ha portato a sviluppare su alcune parti del corpo, colori e disegni molto appariscenti ed impressionanti da mostrare all'improvviso in caso di pericolo, in modo che la preda riesca a spaventare il predatore. Generalmente questi disegni sono rappresentati da grossi "occhi" (sul dorso dei bruchi o nelle ali delle farfalle) e molto spesso replicano la forma della testa su zone non vitali, per avere più possibilità di salvezza in caso di attacco.

bruco di papilionidae

Questo bruco di papilionidae riporta sul dorso due grandi occhi

Per finire, il mimetismo non è una prerogativa solo degli insetti: tutti gli appartenenti del regno animale lo sfruttano per cacciare e sopravvivere, dai mammiferi agli uccelli.